Nelle oscure profondità dell'Oceano si è sempre nascosto qualcosa di minaccioso, orribile, impossibile da comprendere. E' li, che i mostri più oscuri si celano, quelli che non è possibile neanche immaginare e, per questa ragione, ci fanno ancora più paura.
Perché non possiamo comprenderli, la nostra mente li riempie di orribili particolari ancora prima di riuscire a capirne anche solo parte.
E li, proprio li, veloce come il vento... Si muoveva un demone dall'antico potere.
Ma era una bestia così dannatamente umana, poiché tutto l'orrore di cui poteva fare uso gli era stato strappato da una creatura ancora più terribile e spaventosa.
Alla fine, di quella minaccia... Non era rimasto che il ricordo.
Placido, lento, persino quieto in quell'ira che non riusciva a gestire.
Così, di fronte a quella colonna che sorreggeva l'intero peso del mare artico su di sé, il suo movimento s'arrestò nel silenzio, osservando quella maestosa rappresentazione del potere del suo salvatore e nuovo signore.
Erano state proprio le sue parole a condurlo li, dove gli era stato detto che avrebbe incontrato qualcuno di importante, un alleato che avrebbe reso la sua cerca più semplice.
Un compagno d'armi che non lo avrebbe abbandonato e tradito, qualcuno che avrebbe dato senso a quella guerra, una persona che Poseidone stesso aveva scelto per quel compito, per portare la sua gloria sul mondo della superficie.
Ci sono davvero tante... Tante cose che non comprendo ancora.
Parlò al nulla, al luogo silenzioso che l'aveva accolto come uno dei tanti protettori inattesi. Quel mondo era ancora privo di senso, popolato di niente, vuoto come il suo cuore una volta affrontata sua sorella.
I suoi poteri erano cresciuti, poteva saperlo, riusciva a percepirlo. Ma non era ancora tempo, no.
La sua forza doveva ancora aumentare, prima di poter sperare di prendere la vendetta che tanto desiderava.
Forse il guardiano di questo luogo potrà, riuscirà... Ad alleggerire il mio dubbio...
E tornò a guardare quel pilone immenso, che sembrava raggiungere il cielo dalle profondità dell'oceano. Che pareva sfiorare l'infinito nella sua lunghezza sfidando gli dei che lassù risiedevano.
...Così, infine, questo cammino riprenderà da dove si era arrestato.
Perché il tempo era veramente un tiranno crudele, a monopolizzare le vite sofferte degli esseri umani, a costringerli ad una eterna ed infinita corsa contro di lui.
Una battaglia che, alla fine, avrebbero comunque perso.
