Lento scorre il corso del fiume..., Role tra Narciso & Castiel

Lento scorre il corso del fiume...
Atto I

Il Sole era alto nel cielo quel giorno, esso stava lentamente raggiungeno lo Zenith, mentre, passo dopo passo, riuscii a fuoriuscire da quella foresta, non troppo fitta, ma ricca da cattivi odori.
Solitamente mi piaceva vagare nella natura, essa era la mia più grande alleata in battaglia, ma quel luogo era davvero l'antitesi della bellezza e dell'eleganza.
L'antitesi di me stesso.
Feci un lungo sospiro non appena l'interezza del mio corpo fu fuori da quel luogo e, per fortuna, si ritrovò in una verdeggiante pianura dall'incredibile luminosità.
Tale luogo era costeggiato da dei rilievi rocciosi che, continuando la loro scalata verso il cielo, formavano un'ampia collina; ma ciò che attirò la mia attenzione fu un rumore proveniente dal limitare di un altro boschetto che circondava quel ripiano. Acqua, acqua che cadeva dall'alto, o così mi pareva.
Con in spalla il mio Nero Pandora Box mi inoltrai, nuovamente, nella vegetazione che, questa volta, profumava, per via dei colorati fiori degli alberi.
Il rumore, lo scroscio d'acqua, si faceva sempre più intenso e, finalmente, dopo pochi metri ancora, i miei occhi si posarono su di uno spettacolo veramente magnifico: dalle fratagliate rocce che componevano il fronte della collina discendeva impetuosa una grandiosa cascata che, con il tempo, aveva formato una sorta di bacino idrico, piuttosto ampio che, probabilmente, faceva scorrere quell'acqua sottoterra. Un fiume sotterraneo, chissà com'erano le grotte che aveva scavato, o se era finito in una falda acquifera e li si era bloccato.
Attualmente non mi importava un granchè e, con quell'atmosfera così piacevole, mi convissi a levarmi di dosso quel fetore che l'altro bosco mi aveva lasciato addosso. Mi avvicinai alla riva di quello pseudolago, poggiando a terra il mio oscuro scrigno e poggiando, su di esso, dopo averla sbottonata, la nera camicia che indossavo, oltre ai pantaloni, del medesimo colore, ben ripiegati e sistemati. Vicini ad essi le scarpe in pelle.
Richiamai appena il mio Cosmo e, grazie al mio dominio sui vegetali, utilizzai delle liane per avvolgere il mio corpo e, senza dover rischiare di ferirmi a piedi nudi, mi sollevai da terra per poi farmi immergere nell'acqua di quel luogo.
Rapidamente, con un'elegante gesto, mi tuffai sott'acqua, bagnando ogni centimetro del mio perfetto e statuario corpo che, poco dopo, riaffiorò dallo specchio d'acqua.
Con un rapido gesto della testa mossi i miei lunghi capelli all'indietro, creando un ampio schizzo d'acqua, poi andai a togliere l'acqua in eccesso, con le mani, dal mio volto per poi rivolgermi verso la cascata, ad un paio di metri da me, con il busto fuori dal bacino idrico.
Avrei passato lì qualche altro minuto, vari minuti, quel posto mi piaceva, molto. Inoltre vi era ogni possibile alleato che la battaglia potesse procurarmi.