Saint Revenge

I semi del melograno, ruyolata introduttiva Vio-Shiyu

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view post Posted on 4/12/2012, 18:30
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Sei pronta, Figlia.



Era la voce calda e suadente che da sempre l'accompagnava; Nefertari, china su un antico testo che narrava le gesta di Ade, rialzò appena la testa pur sapendo che non avrebbe trovato nessuno. Sahila, la donna che l'accudiva, era ormai profondamente addormentata in una delle stanze nei sotterranei del santuario. Lei si trovava in una torre, china sui soliti testi che studiava da sempre, apprendendo le nozioni su ciò che sarebbe dovuta diventare.

Cosa volete che faccia, Padre mio?



Da sempre la sola figura familiare che Nefertari conosceva era suo padre: non lo vedeva se non con gli occhi della mente, o se lui decideva di apparire sotto forma eterea, e del resto lei non si aspettava altro. Avere come padre il sovrano degli Inferi era un onore, un orgoglio che lei covava sin dai suoi primi strilli: quella figura priva di sotanza era costantemente con lei, e la sua voce era la sola che ascoltava.
Sahila era solo un tramite e Nefertari sapeva che lei non avrebbe ottenuto nulla dal compito di accudirla; ormai era cresciuta e sempre più spesso si sentiva dire che il momento stava per giungere.
Nefertari era dopotutto una brava figlia: non aveva mai disobbedito a un solo ordine del padre, arrivando a venerarlo e mettendo la sua volontà sopra a tutto. Quando lui le aveva detto che il suo solo mondo era il santuario in cui viveva, non aveva provato alcun desiderio di uscire; non c'erano celle o sbarre, semplicemente la giovane aveva eseguito la volontà divina del padre.
Non parlava con nessuno se non con lui, e sempre più di rado. Niente svaghi o divertimenti, solo studio e ore infinite di solitudine che le servivano solo per rendersi veramente superiore al mondo esterno; Nefertari non sentiva la mancanza di ciò che non aveva effettivamente mai avuto, era felice lì in quella stanza spoglia se non per un ritratto di Ade che illuminava la stanza; non era veramente un quadro dato che non era appeso al muro, si trattava solo di un'immagine quasi riflessa, che sembrava fatta di luce propria e dava l'impressione di essere viva. Come se Ade stesso la osservasse, lasciando percepire alla ragazza la propria infinita potenza.

Il momento è infine giunto. Esci da qui e vieni a me.



Era una frase che Nefertari attendeva da tutta una vita pur essendosi convinta che non l'avrebbe mai ascoltata: non aveva ricordi precisi da bambina, ma da quando aveva cominciato a stare sulle proprie gambe a volte aveva visto l'ombra di Ade alle sue spalle. Non le era mai stato consentito voltarsi - era lui ad avere dettato le regole, e come sempre lei le aveva seguite alla lettera - ma sentire il suo potente cosmo e vedere quell'ombra oscurarle la luce della candela le aveva sempre dato uno strano senso di quiete. Di pace.
La Morte dopotutto era ordine, giustizia e controllo; anni trascorsi sui libri avevano lasciato in Nefertari un'impronta indelebile, quella e la costante presenza del cosmo di Ade che la sovrastava nettamente, anche se non con violenza. In tutto il tempo Nefertari non si era mai addentrata oltre le soglie del giardino interno, preferendo il silenzio delle mura all'interno ma l'ordine non poteva essere contrastato in alcun modo.
La ragazza si alzò cercando di non inciampare nel bianco sari che indossava, e si avviò verso l'unica direzione a lei ignota: quella della porta. Allungò le braccia e poggiò le mani sul portone, percependo una sensazione di estraneità e desiderando poter fare altrimenti; chiuse gli occhi quando una luce accecante la abbagliò. Non era abituata, era fastidioso ma aveva obbedito.
Era uscita dal suo mondo. Dove andare ore?



note: °__° boh XDDDDD spero vada bene XDDD
 
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Saya no Uta
view post Posted on 14/12/2012, 16:33




Si destò improvvisamente nel silenzio della sua sala del trono. Ogni suono in quel luogo appariva molto più intenso, a causa dell'eco generato dalla totale assenza di vita, e il tutto contribuiva a dare un'aria spettrale all'intero palazzo.
Il suo personale inferno era ancora un luogo senza un singolo spettro come servitore o compagno, ma il suo signore le aveva detto che presto avrebbe dovuto risvegliare numerose stelle malefiche. Così lei aspettava, in silenzio, sul suo trono di carne.
Ma quel risveglio poteva voler dire solamente una cosa: la sua missione era appena iniziata, e i suoi sensi la avvertirono sull'identità di chi avrebbe svegliato per prima.
Un vago sorriso apparve sul suo volto di bambina cresciuta troppo presto.

57EBG

- Mi onorate, Hades-sama... Già mi presentate vostra figlia? Dovrò prenderla come una relazione seria allora...

Ma prima che la sua bassa risata sensuale avesse terminato di rimbombare sulle pareti di quella prigione ella era già scomparsa.

***

Il luogo era indubbiamente desolato, relegato ad uno degli angoli del mondo che Saya non aveva mai visitato e per i quali non aveva alcun interesse, ma non era quello ad essere importante, quanto la figlia del suo signore e amante che aspettava solamente di divenire una delle Stelle Malefiche al suo servizio. Un bel regalo che si sarebbero fatti vicendevolmente: lei avrebbe avuto una guerriera molto devota dalla sua parte, lui si sarebbe assicurato che la sua bambina fosse sempre aiutata e sostenuta.
Uno scambio reciproco, come quando Hades-sama le aveva restituito la vista.
Di fronte alla torre designata lo spettro di Garuda s'arrestò, poiché il cosmo che stava cercando era proprio di fronte a lei.
La luce colpì la giovane che ne emerse, una bella immagine con la sua pelle bruna e l'eleganza ultraterrena, sensuale ed equilibrata come un fiore maligno.
Erano simili in qualche maniera, questo raccontava molto della mente perversa del loro signore.

P5K4B

- Tu devi essere Nefertari, dunque.

Esordì l'Imperatrix con voce delicata. Era solo una ragazzina ma aveva dentro di sé tutto il cosmo malefico d'un terribile avversario e quel sorriso che portava in volto era una maschera di morte e sofferenza.

- Hades-sama mi ha mandato a prenderti. Il mio nome è Saya, Spectre di Garuda e sarò il tuo punto di riferimento da oggi.

Una madre, pensò tra sé e sé.
Una madre che le avrebbe insegnato come fare la cosa per la quale entrambe erano nate: uccidere.
 
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view post Posted on 14/12/2012, 18:29
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Il tempo di chiudere gli occhi e riaprirli, e Nefertari vide il mondo esterno. Non aveva fatto altro che leggere durante tutto l'arco della sua vita e non aveva idea di quello che l'aspettava fuori: sapeva solo che l'Uomo era violento, stupido e privo di morale e che lei non doveva mescolarsi con quel genere di plebe.
Del resto lei era rimasta lì solo per elevarsi, mantenendo il cuore puro e la mente libera dai pregiudizi; a volte aveva sentito il desiderio di muoversi, fare qualcosa, ma non era mai durato molto. Ora che era giunto il tanto atteso momento di varcare le soglie di quel mondo che pareva ultraterreno per vedere ciò che la circondava, non ne aveva neppure il desiderio. Però lo avrebbe fatto. Perchè lui gliel'aveva chiesto, e a lei non piaceva il pensiero di dispiacerlo.
La fuori c'era qualcosa che l'attendeva: Nefertari osservò il volto e la figura sentendosi a sua volta scrutata, un po' come se quella persona - era la sola cosa di cui era certa - la stesse studiando.

Puoi fidarti.

Se il dubbio aveva invaso la mente di Nefertari, questo scomparve quasi all'istante. La familiare voce nella sua mente le aveva già detto tutto ciò che doveva sapere: suo padre le aveva mandato qualcuno e lei avrebbe dovuto seguirlo, fosse anche in capo al mondo.
Nefertari attese un istante - per abituarsi al suono della voce che le aveva appena parlato - poi distese i muscoli tesi del volto e sorrise, mostrando il candore dei denti in contrasto con la pelle leggermente scura. Chiari come il suo animo e perfetti come ciò che doveva essere.

Papà è stato gentile a mandarti. Come devo chiamarti d'ora in poi?

Signora? Signorina? Padrona? Nefertari voleva cominciare bene; la sua voce era dolce e melodiosa ma tipica di chi non è abituata a parlare.

Non farci l'abitudine a chiamarmi in questo modo confidenziale... in pubblico.


Chiedo scusa, Padre, non si ripeterà più.

Ma la voce per quanto perentoria non sembrava offesa. A Nefertari spettava solo attendere e seguire quella visione.
 
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Saya no Uta
view post Posted on 15/12/2012, 16:17




Trattenne il sorriso a stento.
Sentir parlare di Hades-sama con l'appellativo di "papà" era davvero qualcosa di unico, ma fece in modo che la sua espressione si mantenesse semplicemente compiaciuta: indubbiamente erano nelle grazie del Signore degli Inferi entrambe, ma era meglio non calcare troppo la mano se possibile.
La osservò per qualche lunghissimo istante, valutando esattamente ciò che aveva di fronte: una parte di lei rimase sorpresa che la figlia di Hades fosse una ragazza dall'aspetto così mite, specialmente considerando che la stella preposta a brillare sul suo cammino era quella del Cielo Violento. Probabilmente, ci si aspettava che fosse lei a risvegliare l'odio, il rancore e la rabbia nella sua futura sottoposta.
Non si sarebbe certamente tirata indietro, anche a costo di utilizzare metodi non ortodossi.

qISBE

- Il mio nome è Saya, chiamami semplicemente così.

Non le importava che lei la considerasse o meno l'Imperatrix Inferorum, ciò che contava era solamente che eseguisse i suoi ordini alla lettera e con efficacia. Ciononostante, avrebbe offerto un occhio di riguardo alla bambina prediletta del suo signore, poichè poteva capire quanto doveva essergli affezionato considerando il luogo che aveva eretta al solo fine di proteggerla.

- Abbiamo un mondo da mettere a ferro e fuoco, pertanto sarà il caso di cominciare immediatamente a scaldarci.

Fiamma nelle fiamme, due fuochi di paglia che avrebbero generato l'incendio preposto a cancellare totalmente la vita su quel mondo.
Non conosceva i pensieri di Nefertari, ma non le sembrava affatto la tipa che avrebbe desiderato uccidere e distruggere, pertanto era il caso di instradarla immediatamente sulla via della violenza.
Hades-sama desiderava una terra dove far prosperare la morte, un luogo di pace eterna e riposo dove tutto sarebbe stato cristallizzato in una eterna immobilità.
Lei glielo avrebbe regalato.

- Ma prima...

La sua espressione divenne intensa, possente nella sua fermezza. C'era qualcosa di importante da fare prima di abbandonare quel santuario che l'aveva tenuta al sicuro così a lungo.
Qualcosa di fondamentale per la sua epifania da spettro.

vA0FE

- Portami la sacerdotessa.

Un ordine delicato, ma perentorio.
 
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view post Posted on 17/12/2012, 17:17
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Saya. Che nome delicato e affascinante. Nefertari da sempre ricercava un significato in qualunque cosa, soprattutto nei nomi di cose e persone, anche se poteva basarsi solamente su ciò che leggeva nei libri e che studiava da anni. Non aveva idea di chi fosse quella ragazza eppure d'istinto si sentiva legata a lei, senza comprenderne la ragione; forse era solo ricerca di un nuovo punto di riferimento ora che l'anziana Sahila era divenuta pressocchè inutile.
Quasi le avesse letto nel pensiero, si sentì chiedere di portare lì fuori proprio la sacerdotessa: Nefertari rimase basita per alcuni istanti, chiedendosi a che cosa potesse mai servire la sua guida fin da quando era infante.

Un momento solo, sta recitando un mantra, sarò di ritorno in breve tempo.

Perchè non le aveva chiesto cosa desiderava fare? Aveva obbedito nè più nè meno fosse stato il Padre stesso a chiederglielo, aveva trasferito a Saya il totale controllo della situazione, mostrandole che avrebbe fatto quello che voleva senza domande. Come se volesse compiacerla.
Nefertari scomparve nuovamente all'interno del santuario, solo i suoi passi risuonavano in lontananza sino a sparire; la sala delle preghiere era dalla parte opporta all'uscita perciò sarebbe rimasta assente una decina di minuti. L'anziana donna cieca aveva anche problemi di locomozione pertanto Nefertari sperava che Saya fosse paziente.

Ho fatto come mi hai detto.


Ora era di nuovo all'esterno e con sè aveva Sahila. L'anziana sacerdotessa pareva il simbolo stesso delle tradizioni buddhiste ma, allo stesso tempo, della Morte. Era stata la donna ideale per crescere e proteggere Nefertari dal mondo esterno, l'ideale per inculcarle quei principi di cui sarebbe divenuta il simbolo; la ragazza aveva il sentore che qualunque cosa fosse accaduta, le loro strade si sarebbero divise. Forse definitivamente.
 
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Saya no Uta
view post Posted on 28/12/2012, 14:18




Molto bene, la ragazza sembrava ubbidiente e questo sarebbe sicuramente risultato utile in un secondo momento. Ciò che andava provato era la tempra di cui era composta: sarebbe stata una prova facile, dopotutto la povera Sahila era una persona semplice, così vicina alla morte da rendere indubbiamente più facile il compito che attendeva la giovane Nefertari.
Una volta giunta di fronte a Saya, la donna si inginocchiò e il giudice di Garuda si inchinò in risposta, accogliendola con parole permeate di gentilezza.

- Avete servito bene i desideri del nostro scopo, sacerdotessa, offrendovi anima e corpo al nostro unico e grande signore Hades.

La delicatezza di quelle parole, accompagnate con la mano che aveva posato sul capo della donna, davano alla scena un aspetto quasi estatico, solenne. Eppure, molto ancora doveva essere compreso dalla novella Stella del Cielo Violento.
Moltissime verità dovevano essere ancora svelate.

- Il nostro signore sarà felice di offrirle un posto dove riposare in eterno nella beatitudine del silenzio e della pace. Un luogo, dove nessuno potrà disturbare la vostra veglia.

Portò indietro la mano, voltandosi e facendo quasi per andarsene. La sacerdotessa si inchinò nuovamente, conscia del passo seguente, comprendendo appieno il destino che le era riserbato.
Solo a quel punto Saya tornò a guardare la giovane Stella, sussurrandole ciò che ci si sarebbe aspettato da lei a quel punto.

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- Bene, uccidila dunque.

La figlia di Hades non avrebbe probabilmente immaginato che per Sahila quella era una forma di liberazione e che, così, l'avrebbe servita per sempre nell'Ade.
Ciononostante, Saya doveva saggiare la sua tempra e la determinazione a servire la loro causa.
 
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5 replies since 4/12/2012, 18:30   89 views
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